TRAVELCHIPS IN GIAPPONE: Diario di Viaggio a Tokyo – Day 1, organizzazione del viaggio e primo impatto con la città

PRONTI, PARTENZA….. VIA!

Se la maggior parte delle persone organizza un viaggio in Giappone andando in agenzia e prendendosi con mesi e mesi di anticipo, noi abbiamo deciso di partire per Tokyo qualche settimana prima di decollare. Era ottobre, erano giorni che ci interrogavamo sulla meta delle nostre vacanze novembrine quando la mamma di Alberto ci ha detto “perché non Tokyo?”.

Abbiamo fatto un check per verificare le eventuali limitazioni legate al Covid (a tal proposito vi lascio il link dell’ultimo articolo sul blog in cui parliamo di REGOLE E DOCUMENTI NECESSARI PER VIAGGIARE IN GIAPPONE) e una volta appurato che eravamo nelle condizioni di essere ammessi nel paese siamo andati a vedere quanto ci sarebbe costato un volo per un a meta così lontana (e con così poco anticipo) e… sorpresa! Abbiamo trovato un volo con Etihad Airways con orari perfetti e un prezzo davvero imbattibile. Mancava quindi solo l’hotel. Ci siamo informati velocemente sui quartieri migliori in cui alloggiare (col senno di poi, uno vale l’altro tanto Tokyo è così grande che sarai sempre molto vicino a qualcosa e molto lontano da qualcos’altro) e abbiamo optato per il quartiere del lusso, ovvero Ginza. Abbiamo scelto un hotel 4* con ottime recensioni e un prezzo incredibilmente conveniente (nome dell’hotel: The Royal Park Canvas – Ginza 8). Insomma… era fatta, potevamo partire per Tokyo!

Il volo è stato ovviamente incredibilmente lungo e faticoso (6 ore il primo + 10 ore il secondo con scalo di 4 ore ad Abu Dhabi), ma tra pisolini, parole crociate, due libri e molta musica siamo arrivati sani e salvi in Giappone. Passati i veloci controlli (veloci perché avevamo già compilato il form su Visit Japan Web, CLICCA QUI se non sai cos’è) abbiamo recuperato i bagagli e siamo andati verso il treno che ci avrebbe portati a Ginza. La metro/treno a Tokyo è semplicissima da utilizzare (in base a qual è la destinazione si paga una fee differente) ma alle biglietterie automatiche difficilmente sono accettati metodi di pagamento elettronici, noi non avevamo ancora prelevato quindi non abbiamo potuto far altro che recarci alla biglietteria servita. Qui siamo stati messi davanti ad una scelta: biglietto più economico su un treno più lento (che poi abbiamo capito essere la metro), o biglietto più costoso su un treno più veloce (il famoso JR Narita Express)? Dopo tutte quelle ore in aereo ovviamente abbiamo optato per il treno veloce, che in 40 minuti ci ha portato a destinazione. Prezzo del biglietto circa 20€ a testa (per conoscenza, con la metro avremmo speso la metà e ci avremmo messo il doppio del tempo).

Il primo impatto con i mezzi di trasporto giapponesi è stato incredibile: ordine, pulizia, silenzio. Il mio concetto di paradiso insomma. Più ci avvicinavamo alla città più mi rendevo conto che eravamo finiti proprio su un altro pianeta: i paesaggi, le case, le auto, tutto era così diverso da ciò a cui siamo abituati. Sono emozioni difficili da mettere su carta e da trasmettere, ma avevo già chiaro che stavo per vivere uno dei viaggi (se non IL viaggio) più belli di sempre.

Il treno JR ferma in determinate stazioni strategiche della città, quella per noi più comoda era la Tokyo Station, da li sapevamo che dovevamo fare un ulteriore biglietto e scendere alla destinazione finale Ginza (un paio di fermate soltanto). Il problema è che, cotti dal viaggio e dal fuso orario, ci siamo dimenticati di fare il biglietto aggiuntivo! Ma niente panico, a Tokyo appena prima di ogni varco di uscita della metro ci sono macchinette in cui “aggiustare” il biglietto, pagando la differenza dovuta. Ma come ho scritto poco fa, queste macchinette accettano solo monete e contanti… e noi non li avevamo! Il problema è che in questo caso anche alla biglietteria servita non erano accettate le carte di credito, dovevamo pagare 360yen (meno di 2,50€) e il ragazzo della biglietteria ci ha fatti uscire sulla fiducia chiedendoci di prelevare e tornare a saldare. Nel resto del mondo nessuno si sarebbe mai fidato di fare una cosa del genere, in Giappone invece c’è un rispetto delle regole tale che probabilmente neanche gli è venuto in mente che ce ne saremmo potuti andare. Ovviamente non abbiamo fatto i furbetti e abbiamo prelevato e saldato il conto (eravamo in Giappone da neanche un’ora, non ci sembrava il caso di farci subito riconoscere ahah). Abbiamo quindi raggiunto l’hotel, effettuato il check-in e finalmente siamo entrati in stanza. Molto carina, molto piccola! Io e Alberto avevamo due bagagli da 23kg l’uno e abbiamo scoperto con enorme gioia che non c’era l’armadio dove riporre i vestiti… perfetto! In compenso la doccia era davvero enorme e abbiamo anche avuto il primo incontro con un WC giapponese (praticamente più tecnologico della mia macchina).

Una volta lavati e sistemati siamo subito usciti per andare a cena. Avevo un pensiero fisso da quando ero partita: SUSHI. Dopo una passeggiata per Ginza (che quartiere meraviglioso, così elegante) abbiamo trovato un ristorante che ci sembrava molto promettente, siamo stati fatti accomodare al banco dove uno chef tutto per noi ci ha preparato quello che è il miglior sushi che io abbia mai mangiato in vita mia. Io vi giuro che un’esperienza del genere non pensavo fosse possibile da vivere, era tutto così perfetto, il cibo buonissimo, lo chef ci faceva l’inchino ogni volta che ci serviva qualcosa e tutti erano così gentili.

Chiaramente il sushi in Giappone è completamente diverso da quello che siamo abituati a mangiare qui in occidente, non solo i sapori sono mille volte più intensi ma anche i tagli di pesce sono qualcosa di mai visto qui da noi. Faccio un esempio: in Italia abbiamo una tipologia di tonno, in Giappone ne esistono almeno 5 o 6. Pagato il conto (11.000 yen in due che equivalgono a meno di 80€, prezzo davvero bassissimo per quello che abbiamo mangiato e bebvuto e soprattutto per la qualità delle materie prime) ci siamo diretti a piedi verso la torre simbolo di Tokyo, ovvero al Tokyo Tower.

Da qui abbiamo poi deciso di proseguire fino al quartiere di Roppongi, famoso per la vita notturna dove si trovano in abbondanza discoteche e locali. Potete immaginare che voglia potessimo avere di fare baldoria dopo 10 mila km in aereo, 8 ore di fuso sulle spalle e una decina di km a piedi. Insomma, abbiamo fatto un breve giretto e abbiamo deciso di rientrare in hotel prendendo la metro.

Il primo impatto con Tokyo è stato una conferma di tutti ciò che mi aspettavo: gentilezza, ordine, pulizia e sicurezza. E sushi da perdere la testa.

Stay tuned per le prossime pagine del diario di viaggio da Tokyo 🙂