La nostra prima sveglia a Tokyo è suonata alle 7.15, che già può sembrare molto presto (contando che eravamo in vacanza) e se aggiungiamo che per via del fuso orario per il nostro corpo erano le 23.15 vi lascio immaginare quanto potevamo essere freschi e scattanti. Ma non potevamo perdere tempo, dovevamo visitare più posti possibili nei pochi giorni che avevamo a disposizione! Colazione in hotel (1.000 yen a testa) e via che si esce.
La giornata era davvero calda per essere metà novembre, il cielo limpido e tutto intorno a noi semplicemente incredibilmente bello. Come prima tappa abbiamo raggiunto il famosissimo quartiere di Asakusa e quando siamo usciti dalla metro ci siamo trovati di fronte alla spettacolare porta di Kaminarimon con la sua famosa imponente lanterna in carta rossa. Attraversata la porta siamo stati catapultati in Nakamise Dori, una delle vie commerciali più antiche del Giappone. Pensate che la maggior parte dei negozi sono gestiti dalle stesse famiglie da diverse generazioni e vendono davvero qualsiasi cosa: lanterne, bacchette, kimono, souvenir, ma anche cibo e bevande di ogni tipo.
In fondo a questa via si trova uno dei simboli di Tokyo, il Tempio di Senso-Ji, talmente bello e talmente imponente che quando me lo sono trovata di fronte mi sono emozionata (si ho la lacrima facile, lo ammetto). Il complesso di questo tempio buddista è composto dalla porta di Hozomon oltre la quale si trova la sala principale del tempio e la pagoda a cinque piani. L’odore di incenso, le persone raccolte in preghiera, era tutto avvolto in un silenzio surreale vista quanta gente c’era. E come se già tutto questo non fosse abbastanza emozionante, girando per questa zona ci siamo imbattuti in tantissime ragazze e ragazzi di tutte le età vestiti con abiti tradizionali (kimono tutti coloratissimi). Questo è uno dei posti che più ho amato di Tokyo <3
Dopo aver esplorato la zona (pienissima di vicoli con negozietti meravigliosi e ristorantini super tipici), ci siamo diretti verso la Tokyo Sky Tree che con i suoi 634 metri di altezza è la torre più alta al mondo e la seconda struttura artificiale più alta al mondo dopo il grattacielo Burj Khalifa di Dubai. Perfetto no per una come me che soffre un po’ di megalofobia ahah. Scherzi a parte, potevamo non salire sulla sua cima? Ovviamente no! Ci siamo quindi messi in coda alla biglietteria, abbiamo acquistato due biglietti per il piano più alto ovvero quello che si trova a 450 mt di altezza (prezzo 3.400 yen a testa, circa 24€) e siamo saliti. L’ascensore ci ha messo una manciata di secondi per catapultarci a quasi mezzo km di altezza (che male alle orecchieeee), ma quando si sono aperte le porte…. WOW! Dall’alto sono riuscita ad avere ancora più chiara la grandezza di questa città… si estendeva davvero a perdita d’occhio! Non a caso nel 2022 Tokyo è stata indicata come la città più popolosa del mondo con i suoi 37,7 milioni di abitanti! Semplicemente PAZZESCO!
Scesi dalla torre la fame iniziava a farsi sentire, erano le 14 passate e per gli orari giapponesi eravamo terribilmente in ritardo per pranzare. Per fortuna abbiano trovato un ristorante di ramen ancora aperto, ci siamo messi in coda (a Tokyo bisogna fare la coda praticamente per qualsiasi cosa) e poco dopo una cameriera è venuta a chiederci qualcosa in giapponese. Quando le abbiamo risposto in inglese che purtroppo non capivamo cosa ci stesse dicendo è scappata via abbastanza spaventata… abbiamo scoperto poco dopo che era andata a prendere il cellulare per aiutarsi nella traduzione. In sostanza, ci stava chiedendo se preferivamo sedere al tavolo o al bancone ahah una volta accomodati (al bancone) abbiamo scoperto che non solo il personale non parlava inglese, ma anche il menù era completamente in giapponese (come si può intravedere dalla foto qui sotto)! Ma mai paura, seguendo le immagini abbiamo ordinato due menù composti da ramen, gyoza e riso, tutto COSì BUONO e COSì ECONOMICO! Pensate che in due abbiamo speso appena 2.500 yen (quindi 17€). Vi giuro che quel ramen me lo sogno la notte ahah Sarà una banalità, ma in Giappone c’è molto di più del sushi e posso dire di aver provato davvero tante prelibatezze durante i miei giorni trascorsi a Tokyo 🙂
Ma bando alle ciance, la tabella di marcia per quel giorno era serratissima e la prossima tappa ci attendeva. In metro siamo arrivati al quartiere di Ueno, dove si trova un enorme parco con all’interno uno zoo e molti musei. Purtroppo la giornata si era un po’ rannuvolata quindi sono sicura che non abbiamo potuto assaporare al meglio questa zona, famosa soprattutto in primavera quando si riempie di ciliegi in fiore. In ogni caso abbiamo fatto un giro e visitato le principali attrazioni (lago con le ninfee, templi e pagode), abbiamo però evitato di entrare nel famosissimo museo nazionale di Tokyo (museo d’arte e archeologia) perché non avevamo tempo e ad essere onesti non siamo così ferrati in merito di opere d’arte giapponese e sicuramente non avremmo saputo apprezzarlo come merita.
La giornata volgeva al termine ma le cose da vedere non erano ancora finite. A piedi abbiamo raggiunto il quartiere di Akihabara, la capitale giapponese dell’elettronica e dei videogiochi! Qui ci sono negozi che sembrano usciti da un film ambientato nel futuro, come il megastore Yodobashi Akiba, che offre 9 piani di computer, fotocamere, attrezzature elettroniche.
In questo quartiere si trovano anche i famosi Maid Café, dove ragazze vestite da cameriere (con i classici abiti con pizzi e merletti) vi servono chiamandovi “padrone” o “padrona”. Ma la cosa che ho preferito di questo quartiere sono stati i negozietti di videogiochi, in particolare retrogames. Il più famoso e bello è Super Potato, così nascosto e discreto che se non sai dove si trova è impossibile trovarlo. Al suo interno c’è davvero di tutto e di più, tutto ovviamente rigorosamente proveniente dal passato. Sempre in questo quartiere è stra pieno di negozi in cui ci sono solo centinaia di macchinette pesca pupazzi, oppure centinaia di distributori di palline con sorpresa. Insomma, è davvero un universo a parte!
A questo punto la giornata era davvero finita, era ora di cena ed iniziavamo a sentire la stanchezza della giornata. In metro abbiamo raggiunto il nostro quartiere (Ginza) e siamo andati a cena in un ristorante che era una nostra vecchia conoscenza: Yoshinoya! Solo i più affezionati e attenti si ricorderanno dei miei racconti presso gli Yoshinoya di Pechino, dove Alberto ordinava parlando in cinese. Qui a Tokyo purtroppo non avevamo modo di ordinare nella loro lingua, in ogni caso in qualche modo siamo riusciti a cenare (spendendo davvero una sciocchezza, 1.400 yen in due quindi neanche 10€).
La nostra camera di hotel ci stava chiamando con molta insistenza ma prima di rientrare ci siamo (come sempre) fermati al 7eleven per comprare qualche dolcetto da mangiare in stanza 🙂 Le tradizioni vanno mantenute no? 😉